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  • Immagine del redattoreAlessandro Borgonovo

“Time gap” (20/01/2021)

Caro Lettore, eccomi qui anche nell’anno domini 2021 ad aggiornarti sulle ultime riflessioni di questi giorni. So che sto per stupirti, ma non tratterò alcun argomento sanitario relativo ai vaccini che tanto vanno di moda in queste ultime settimane.

Non ho quindi intenzione di disquisire sui “selfie after vax” che ormai sono il mood del momento, né tantomeno sulle problematiche e modalità del piano vaccinale.

Volevo invece dar seguito ad una osservazione che un amico di vecchia data mi ha fatto un giorno mentre eravamo di turno insieme.

Mario (tipico nome di fantasia), parlando dell’anno 2020, facendo un excursus sulla pandemia dalla sua ascesa ad oggi, mi ha fatto notare una cosa alla quale mai e poi mai avrei pensato. Cito testualmente: “sai Borgo (il nome con il quale sono conosciuto in tutto l’universo) ieri sera stavo pensando ad una cosa: quest’anno per quelli che non sono più molto giovani, come noi (l’ho ucciso in un secondo momento per questa affermazione) e probabilmente anche il 2021 saranno due anni persi. Intendo due anni di vita persi: due anni nei quali avremmo potuto fare molte cose dalle più banali e abitudinarie come uscire a cena con il nostro gruppo (radioamatori) o andare come da tradizione a fare le ferie magari all’estero con tranquillità. Chiaramente il discorso vale soprattutto per gli anziani che si sono visti “rubare” anche loro tempo di vita utile. È ovvio che per un giovane come un 20enne o un 25enne il discorso cambia radicalmente: è diverso perdere la libertà di vivere a 20 anni piuttosto che a 80. Un giovane farà in tempo a recuperare questo buco temporale”.

Sul momento non ho dato molto peso a questa affermazione, poi con il passare dei giorni è tornata a farsi largo nei miei pensieri. Per quanto mi riguarda il 2020 (e boh forse anche il 2021) è stato l’anno del COVID-19, l’anno del contagio, l’anno in cui ho provato la paura che la maschera smettesse tutto ad un tratto di erogare ossigeno: l’anno nel quale fortunatamente “l’ho scampata”. Non lo avevo mai considerato da un altro punto di vista (forse anche perché avevo altro a cui pensare).

In effetti ciò che Mario mi ha fatto notare è una sacrosanta verità: più che una perdita o limitazione della libertà fine a sé stessa causata dai vari lockdown e dalle colorazioni arcobaleno del momento, il 2020 ci ha privato del tempo di vita, vita intesa come “non abbiamo fatto un sacco di cose che avremmo voluto fare”.

Certo, Caro Lettore, tu mi dirai:” ma è ovvia questa cosa!”; lo so benissimo ma non ti nascondo che dopo averci riflettuto ammetto che la nube della tristezza mi ha circondato: probabilmente la stessa nube avrà avvolto anche altri che fortunatamente non sono stati colpiti dalla pandemia, ma l’hanno comunque subita.

Questo pensiero mi da la possibilità di fare un collegamento (ancora una volta) ad un altro aspetto molto ma molto sottovalutato: l’aspetto psicologico.

Tutti si sono preoccupati e si preoccupano (giustamente) esclusivamente del lato sanitario del COVID-19: personalmente non ho visto e non sono a conoscenza di nessun tipo di intervento/supporto lato psyco. Il continuo fantozziano virare delle colorazioni, l’annunciare l’ennesimo lockdown, sono solo alcuni dei fattori che pesano parecchio nel quotidiano (ripeto al di la del non trascurabile lato economico e commerciale della vicenda). Non mi crederai ma conosco persone che non sono più uscite di casa da Marzo / Aprile 2020, per paura di contrarre il virus creandosi una propria “comfort zone”. Io stesso dopo esserne uscito dal punto di vista sanitario e dopo essere stato seguito costantemente sin dalla fase iniziale della malattia (anche da Croce Rossa), sono entrato in una seconda fase post-COVID di totale abbandono da parte di chi mi aveva così ben assistito.

Purtroppo per un individuo come il sottoscritto che ritiene che l’aspetto psicologico sia a dir poco vitale per il benessere della persona, la cosa mi ha dato molto da pensare; io mi ritengo fortunato, ma non tutti dispongono di risorse interiori personali sufficienti per superare certi momenti o affrontare situazioni particolari. Mi auguro che qualcuno più autorevole di me si accorga del malessere che ben si nasconde in alcune persone e che quindi si corra in fretta ai ripari. Per oggi ho terminato, ci leggiamo alla prossima.



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