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  • Immagine del redattoreAlessandro Borgonovo

“Fase 3 1/2” (06/07/2020)

Caro Lettore, dopo aver a lungo meditato ho deciso di trasformare la mia avventura in un blog. Questo perché alla fine è forse lo strumento più “friendly” per continuare a condividere i miei scritti con te. Dopo aver parlato della fatidica “Fase 3” come ricorderai, rieccomi qui pronto ad analizzare dopo circa tre settimane, quella che oserei definire la “Fase 3 e ½”. In queste settimane si sono susseguite (come da prassi abituale) una serie infinita di notizie e numeri. Lo “sport” preferito dai media, cioè il comunicare con estrema solerzia i valori statistici relativi a morti, guarigioni, dimissioni, contagi e risurrezioni giorno dopo giorno, si è arricchito di una nuova serie di articoli pseudo-scientifici dei soliti noti.

Ti dico subito che grosse novità non ce ne sono state (o forse si?): l’unica notizia veramente degna di nota riguarda un fantomatico vaccino di origine cinese che in quattro e quattro otto è stato creato, testato, prodotto ed iniettato. Eh, si, so che è difficile da credere, ma pare che sia stato inoculato (dopo aver superato la fase clinica più veloce nella storia della medicina) ai soldati dell’esercito cinese.

Altri articoli che mi hanno colpito sono stati nell’ordine: due nuovi studi sulla permanenza del COVID-19 sulle superfici (beh meglio tardi che mai), un articolo che suggerisce quale è il miglior tipo di mascherina da usarsi con il caldo afoso dell’estate, la scoperta (!) di un nuovo ceppo (guarda caso sempre in Cina) di un virus nei maiali denominato A/H1N1pdm09. Riguardo a quest’ultima scoperta sembra che in realtà ci fosse già un ceppo noto ai soliti intimi, per cui non ha destato grande scalpore mediatico.

È stata poi la volta di uno studio spagnolo, che suggerisce di fare un nuovo lockdown preventivo di 60-90 giorni per prevenire la “seconda ondata” autunnale tanto nominata nelle ultime settimane. Ma potevamo farci mancare una veggenza relativa ai giovani esclusi fortunatamente sin da subito dalle “COVID stories”? Ma naturalmente no! E’ datata 24 giugno l’affermazione del Professore Walter Ricciardi, consulente del ministro della salute che recita testualmente:”…. Questo virus si diffonderà fra i giovani, che diventeranno i vettori, i portatori di questa infezione e il problema sarà che, a causa della mancanza di misure di sicurezza da parte dei ragazzi, lo trasmetteranno a nonni e genitori e rivedremo di nuovo la pressione su sistema sanitario. Questo si verificherà in autunno”.

Naturalmente ci auguriamo che tutto ciò non succeda mai ed in attesa di leggere qualche contro-previsione, la mia attenzione è stata catturata da un altro servizio questa volta straniero, molto curioso e che si integra bene con le mie “analisi” da psicologo di strada, raccolte nei capitoli precedenti. L’articolo titola esattamente: “In che modo le maschere per il viso influenzano la nostra comunicazione”. Mi riservo di approfondire questo interessante argomento in un altro momento; merita sicuramente un capitolo a parte.

Altro scoop è quello riferito dal l’ex capo dei servizi segreti inglesi Richard Dearlove: “Creato in laboratorio a Wuhan, il virus si è diffuso per un incidente”. Che sia l’ennesimo tentativo di dare un nuovo impulso alla più famosa teoria complottista degli ultimi mesi? Ovviamente non lo sapremo mai. Per restare sempre in tema di complotti, un altro articolo particolarmente accattivante racconta invece una storia diversa: una spedizione di alcuni campioni di virus avvenuta nel 2019 (fra cui Ebola e Nipah) dall’unico Lab di Livello 4 del Canada ai colleghi del mitico Lab di Wuhan. Casualmente, sembra siano stati proprio degli scienziati cinesi che operano in Canada ad effettuare questa spedizione non autorizzata ai colleghi della loro terra natia.

Preso come sempre dalle teorie complottiste, mi stavo dimenticando di segnalarti una notizia, questa volta più seria e verificabile, relativa al via libera della UE all’utilizzo del farmaco Remdesivir: è infatti questo il primo farmaco approvato ufficialmente in Europa per la lotta al COVID-19.

Direi che per concludere questo nuovo capitolo (nel quale stranamente non ho fatto alcun riferimento cinematografico), non mi resta che parlare dell’ultima notizia in ordine temporale che ho recuperato sulla rete: pare che sia emersa in una RX effettuata in tempi non sospetti su di un paziente della zona di Bergamo (il 15 febbraio quindi 5 giorni prima del caso Codogno) una infezione da COVID-19. Interessante non è vero? Altre voci che ho sentito (detto così non è il massimo me ne rendo conto), sostengono che il COVID-19 fosse già presente in Italia nell’ottobre 2019 e responsabile di alcuni strani decessi avvenuti negli ospedali del nord Italia.

Potevo lasciarti Caro Lettore senza l’ormai rituale analisi dei nuovi COVID comportamenti? Assolutamente no. Quale è l’ultima moda in fatto di mascherine? Non ho notato particolari novità: pare che il periodo estivo (vista anche l’estensione della normativa al 14 luglio) stimoli il cittadino medio (giovane) ad indossarla con una certa disinvoltura a protezione del gomito sinistro (modalità detta “alla Baresi” con riferimento alla fascia da capitano della squadra). Arriveranno nuovi comportamenti in linea con le vacanze estive? Restate sintonizzati.



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